Padre del fotografo:
“Non so cosa stai facendo. Sembra che tu sia confuso quanto me. Voglio dire, fai i capricci; la metà delle volte il registratore non funziona e vuoi che io ripeta conversazioni che sono avvenute spontaneamente. E d’altra parte fai la stessa foto più volte e non sei ancora soddisfatto dei risultati. Per me non ha molto senso. Non capisco cosa vuoi ottenere. Qual è il problema?”.”
Larry Sultan:
“Molte volte non ha senso nemmeno per me. So solo che ogni volta che cerco di fare una fotografia, tu mi guardi con occhi di ghiaccio – penetrante ma impenetrabile, duro e con controllo. Oppure infili le mani in tasca e guardi verso un futuro mitico, che per qualche motivo si trova a circa 45 gradi alla mia sinistra. È come se recitasse il ruolo dell’eroico dirigente in un rapporto annuale o in un diorama sul successo. Forse stai cercando un’immagine pubblica di te stesso, mentre a me interessa qualcosa di più privato, quello che succede tra un evento e l’altro, quel breve momento tra i pensieri in cui ti dimentichi di te stesso”.
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(Sara Munari)
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