"L’adulto, come il bambino, continua per tutta la vita a costruirsi mentalmente mondi fantastici a cui si autoconvince di credere perché ne ha bisogno, perché ne trae piacere e conforto.
I pubblicitari lo sanno bene, e qui giocano gran parte della loro partita. Ma prima ancora l’arte ha sempre rappresentato il luogo privilegiato ed elettivo per tutto questo, mentre la fotografia di reportage, che arte non è mai stata considerata (per fortuna, aggiungiamo; fortuna per la fotografia, beninteso), questa deriva non se la poteva permettere né, soprattutto, la andava cercando.
Ora le cose stanno cambiando – che piaccia o meno – e il pensiero magico entra nel reportage: il processo dell’informazione visiva diventa: “Sono convinto (onestamente, per carità!) che le cose stiano così e così le rappresento, in un teatro della vita di cui sono più regista che testimone”."
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photo © giovanni troilo